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Dazi e Protezionismo: ci conviene? Una risposta serena, realistica e pragmatica

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Spesso sentiamo parlare di “irreversibile tracollo dell’Italia produttiva, con Imprese che fuggono verso paesi dell’Est Europa o verso l’Asia o paesi in via di sviluppo”. Si parla di “concorrenza sleale” di certi paesi, o di “comportamenti scorretti” di nostri imprenditori, e di “perdita di posti di lavoro a casa nostra per investire in paesi dove la manodopera e’ pagata poco e le norme ambientali o legislative sono assai poco severe”.
Ciascuno di noi ha acquistato prodotti di marca Italiana ed Europea, col marchio “made in China o Vietnam”.
Tra le soluzioni, spesso si invocano I Dazi o il protezionismo.

introduzione di dazi doganali sulle importazi L p9xAd  Dazi e Protezionismo: ci conviene? Una risposta serena, realistica e pragmatica

La domanda da porsi, senza troppi fronzoli, e’: ma applicare dazi o protezionismo ci conviene?

Per dare una risposta e’ sufficiente dare un’occhio agli scambi commerciali extra-UE tra Gennaio ed Agosto del 2012, e si vede che:
–          L’Italia ha un passivo di 4 miliardi col resto del Mondo (UE esclusa), migliorato di 15 miliardi rispetto al 2011
Questo e’ la combinazione di:
–          Un passivo energetico di ben 42 miliardi (in peggioramento) ed un attivo stratosferico di ben 38 miliardi nella manifattura.
Nella manifattura abbiamo:
–          Un passivo di 11 miliardi verso la Cina, ed un attivo di quasi 50 miliardi verso tutto il resto del mondo

Da questi dati capiamo che:
a)      Qualsiasi politica protezionista o di applicazione di dazi verso paesi extra europei (Cina esclusa) e’ sostanzialmente suicida. Infatti l’Italia ha un’attivo commerciale manifatturiero verso il Mondo (UE e Cina esclusa) che a fine anno tocchera’ gli 80 miliardi, ed e’ tale da compensare l’immenso buco energetico. L’Italia ha passivi verso Russia, Medio Oriente e Nord Africa, legati al fatto che importa enormi quantita’ di petrolio e gas, ma esporta parecchio verso questi paesi: dazi verso questi paesi avrebbero effetti di ritorsione fortemente negativi, per non dire suicidi. L’Italia ha saldi commerciali attivi verso le Americhe, l’Oceania e tutta l’Asia (Cina e Medio Oriente escluse), ed anche in questo caso, dazi significa avere ritorsioni e Danni al nostro export maggiori dei benefici sul mancato Import
b)      L’Unica grande area del mondo verso cui soffriamo di un’enorme passive manifatturiero e’ la Cina. Qui I numeri sono implacabili: il passivo nei primi 8 mesi del 2012 e’ di 11 miliardi negli scambi diretti. In realta’ il passive e’ maggiore, visto che parte delle merci Cinesi vengono importate dai porti Olandesi (l’Italia ha un fortissimo passive verso l’Olanda proprio per questa ragione)

I numeri ci dicono, che l’Italia avrebbe probabilmente dei vantaggi, applicando politiche protezioniste e di Dazi verso la sola Cina, evitando accuratamente tale politica verso il resto del Mondo (da cui dipende energeticamente ed ha anche enormi attivi manifatturieri, nonche’ nei servizi). Il ragionamento fatto per l’Italia potrebbe tranquillamente essere estero all’intera zona Euro, che ha saldi attivi negli scambi verso l’intero resto del mondo, oppure ha saldi passive legati al necessario import energetico.

A questo punto la domanda da porsi e’: L’Italia (e l’Europa) puo’ applicare realisticamente una politica di maggior protezionismo e dazi verso la Cina?

La Cina ha un’enorme attivo verso USA ed Europa per una serie di motivi. Certamente motivo portante e’ la politica di cambi verso il dollaro, che sostanzialmente vede il renmimbi sottovalutato. In Cina, inoltre, vi sono una serie di produzioni manifatturiere a bassissimo costo, che difficilmente potrebbero rientrare in Occidente.
A mio modo di vedere, pragmaticamente parlando, una politica di dazi a tappeto verso la Cina, e’ irrealistica e produrrebbe piu’ danni che vantaggi, anche perche’ la Cina ha nelle sue mani ormai enormi quantitativi di titoli del debito pubblico sovrano di USA e paesi Europei, nonche’ ha un’economia ben integrata col resto del mondo.
La politica migliore e’ quella di insistere, facendo fronte comune e coordinata USA, Europa e resto del Mondo (in fondo tutti hanno lo stesso interesse), su una rivalutazione dello Yuan ed una sua fluttuazione piu’ libera sui mercati. Gli USA insistono da anni sulla questione, con risultati abbastanza modesti. La Cina sa perfettamente che nel tempo cio’ sara’ inevitabile, ma cerca di governare il processo temporalmente, in modo tale che il guadagno competitivo connesso al cambio, permanga anche negli anni a venire. Ovviamente l’inevitabile sviluppo della domanda interna Cinese non e’ un fenomeno di poco conto, e tutto il resto del Mondo, ha interesse a non pestare troppo i calli ai Cinesi, per usufruire un domani di questo export potenziale, nonche’ per partecipare al business tramite le imprese delocalizzate presenti in Cina.
Il discorso dei Dazi, a mio avviso, non e’ conveniente in se’, ne’ realisticamente adottabile a tappeto. Ha comunque senso per l’Italia e l’Occidente, adottare politiche che portino ad applicare severi dazi selettivi nei casi piu’ estremi di concorrenza sleale, pretendendo un minimo di certificazione per i prodotti importati (non ha senso alcuno pretendere su un prodotto made in Europe norme stringenti in tema di proprieta’ intellettuale, correttezza commerciale, ambiente e lavoro, e poi chiudere completamente gli occhi verso i prodotti importati). Cio’ pero’ ha senso, solo se l’Occidente agira’ in modo coordinato, anche con taluni paesi asiatici e dell’emisfero sud, se no la Cina reagira’ con strumentali ritorsioni, che ci faranno comunque del male.

GPG Imperatrice
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