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Attualità

CON PRIMARK E KFC L’ITALIA E’ FINALMENTE DIVENTATA UN PAESE MODERNO (di Eriprando Sforza)

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Un bel po’ di anni fa mi è capitato di leggere sulle colonne di un quotidiano nazionale un articolo il cui autore (nonostante gli sforzi non riesco proprio a ricordarmi il nome), dopo essersi esibito nella solita tiritera sul fatto che l’Italia dovrebbe prendere a modello il mondo anglosassone, faceva una sparata che mi è rimasta impressa nella memoria. Secondo lui, uno dei fattori di superiorità dell’Inghilterra era che il popolo, o meglio popolino, aveva un suo orgoglio di classe. Nessuna velleità anticapitalista, per carità. Tutto il contrario, il popolino inglese sapeva stare al suo posto perché era soddisfatto del suo stile di vita proletario e della sua peculiare cosiddetta cultura. Altro che quei rompiballe degli italiani che se operai pretendevano di essere piccolo borghesi e se piccolo borghesi aspiravano a stili di vita addirittura medio-alto borghesi. Eterni insoddisfatti, sempre pronti a lamentarsi. Tutt’altra cosa era la plebe inglese, felice di sfogliare il Sun e strabuzzare gli occhi alla vista delle sue tettone desnude, di passare le domeniche pomeriggio a casa a guardare la partita di calcio tenendo in mano una birra ghiacciata (ma questo in fondo, con tanto di rutto libero, era anche il sogno del ragionier Fantozzi), mentre il venerdì sera ci si può sfogare con una bella rissa al pub. La cosa mi aveva infastidito: ma come, gli italiani cercano comunque di migliorarsi mentre gli inglesi grufolano beati rotolandosi nella loro miseria umana e questo maitre-à-penser dei miei stivali (quanti me ne sarei dovuti sorbire negli anni successivi) sostiene che bisogna fare diventare i primi come i secondi per modernizzare il Paese? Beh, se è ancora vivo, il signore in questione può ben dire di aver visto realizzato il suo sogno. Lo scorso fine settimana è stato inaugurato ad Arese, cittadina dell’hinterland milanese, in quelli che furono gli stabilimenti dell’Alfa Romeo ora marchionnizzata, il più grande centro commerciale d’Europa. Un successo travolgente, che nessuno si aspettava di dimensioni così imponenti. Code interminabili, parcheggi strapieni, un casello autostradale chiuso per evitare la paralisi totale del traffico intorno a Milano. Il tutto per andare a mangiare il pollo da Kentucky Fried Chicken. Eccoli gli italioti pronti ad assaggiare un pezzettino di sogno americano. D’altronde se non sei un cervello in fuga pronto a lanciare una startup a Boston, non ti resta che andare ad Arese da Kfc. Ma dico, il mondo invidia la nostra cucina e questa massa di italioti si scapicolla per addentare il cibo spazzatura? Che poi negli Stati Uniti Kfc è una catena di fast food davvero di basso livello, la sua clientela è costituita in gran parte da neri e immigrati (per carità, sia detto con il dovuto rispetto al politicamente corretto). Eppure il sogno americano è tale che tutto fa brodo pur di addentarlo almeno un pochino. E poi ad Arese c’è anche Primark, marchio di abbigliamento irlandese super low cost. Molto apprezzato dai giovani britannici e irlandesi perché funzionale alle loro notti selvagge al pub: costa così poco che può affrontare le peggiori risse e vomitate. Magliette strappate e super lerce? No problem. Sono talmente low cost che si possono buttare via tranquillamente, se ne comprerà una nuova per il venerdì successivo. Sì, il maitre-à-penser di cui ho dimenticato il nome può dirsi davvero soddisfatto: la classe subalterna italiana (di cui ormai fa parte a pieno titolo buona parte di quella fetta di popolazione che per qualche anno si era illusa di appartenere alla new global middle class grazie ai voli low cost) è felice di essere tale e aderisce pienamente agli stili di vita dei suoi omologhi anglosassoni. D’altronde le prospettive sono quelle che sono. Ce lo ricorda ogni giorno il presidente dell’Inps, l’elegante Tito Boeri, fratello di Stefano, celebrato architetto del Bosco Verticale, il grattacielo più bello del mondo che sta a Milano e ci abita Lory Del Santo, dicono. I nati dopo il 1980 andranno in pensione a 75 anni e potranno ritenersi fortunati quelli che avranno un assegno di 1.100 euro al mese. Il tutto dopo una vita da precari e se va bene riesci a strappare un contratto serio a 38 anni per poi essere rottamato a 52. Se questo è il futuro, allora tanto valestordirsi con youporn, mangiare da Kfc e comparsi una maglietta da Primark per poter bere a volontà e fare a gara a chi vomita più lontano. Proprio come gli inglesi. Finalmente l’Italia è diventata un Paese moderno. E il Bosco Verticale presto sarà circondato da macerie.

Eriprando Sforza


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