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COME TRASFORMARE LE CRITICITA’ IN PUNTI DI FORZA E CREARE 450.000 POSTI DI LAVORO IN SICILIA di Salvo Fanara

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In un precedente articolo ( https://scenarieconomici.it/perche-la-sicilia-ha-il-numero-di-occupati-piu-basso-d-europa-di-salvo-fanara/ ), prendendo spunto da un recente report secondo cui in Sicilia il tasso di occupati risulta essere tra i più bassi delle regioni d’Europa, abbiamo voluto analizzare quelle che a nostro avviso sono state nel passato, ed ancora oggi sono, le criticità più macroscopiche che hanno determinato, in modo diretto o indiretto, riflessi negativi sui livelli occupazionali.  E’ nostro intendimento, con questo articolo, suggerire un percorso mirato al raggiungimento dell’obiettivo primario di creare occupazione e produrre ricchezza, rimuovendo le criticità emerse nella precedente analisi e avviare al lavoro 450.000 nuovi occupati.
Tutte le criticità già evidenziate, in particolare la CRISI DELLA PICCOLA E MEDIA IMPRESA, il DEFICIT INFRASTRUTTURALE, il DEFICIT di GOVERNANCE nei SETTORI AGRO-ALIMENTARE e TURISTICO, hanno un comune denominatore: sono originate da un unico fattore rappresentato dall’INSUFFICIENTE QUANTITA’ DI  MONETA CIRCOLANTE (Rarefazione Monetaria), secondo il seguente paradigma: Rarefazione Monetaria >> Contrazione della Domanda Interna e crollo dei consumi >> Rallentamento dell’Economia, sofferenza e chiusura di migliaia di imprese >> Crollo dei livelli occupazionali.                     E’ necessario allora immettere liquidità nel sistema economico, per ottenere l’effetto opposto in ogni singola fase: è indispensabile attuare politiche di espansione della massa monetaria per avere crescita della Domanda Interna con conseguente crescita della offerta e velocizzazione dell’Economia.
Solo così potranno sorgere nuove attività imprenditoriali con assunzione di nuovo personale, con il risultato di un Incremento del numero degli occupati e tendenza alla Massima Occupazione. Questa rimane l’unica strategia da seguire, che non può essere demandata allo Stato Italiano, non avendo, questo, più alcun potere in materia di politiche monetarie e dovendo rispettare inoltre i vincoli imposti dai Trattati Europei.  In Sicilia, l’attuazione di politiche di espansione monetaria, grazie alla peculiarità dello Statuto Autonomo, può essere demandata, invece, “ anche in modo non convenzionale”, al Parlamento regionale e per comprendere con quali strumenti, con quali modalità e con quali dinamiche queste possano incidere in modo determinante sui livelli occupazionali, condividiamo pienamente il percorso suggerito da Giuseppe Pizzino nel Programma Socio-Economico, denominato “Progetto Sicilia”.
Abbiamo visto come uno dei principali elementi di criticità dell’Isola sia rappresentato dal DEFICIT INFRASTRUTTURALE; abbiamo appurato quanto sia necessario ed urgente intervenire per il potenziamento e l’ammodernamento della rete infrastrutturale in tutti i settori, dall’energia alle acque, dai trasporti alle telecomunicazioni, dal turismo all’agricoltura. Abbiamo appurato anche che sono necessari investimenti per 50 miliardi di euro per colmare il divario infrastrutturale e strategico della Sicilia rispetto al resto d’Italia.
Ebbene, la soluzione proposta per rimuovere tale elemento di criticità è rappresentata dall’applicazione dell’art. 41 dello Statuto speciale, che consente alla Regione Siciliana di finanziarsi allo stesso modo di tutti gli Stati Sovrani: “emettendo prestiti interni”, nei limiti previsti dall’art. 2412 del c.c., e nel pieno rispetto di quanto previsto dall’articolo 119 della Costituzione Italiana.

Con l’emissione di Buoni Ordinari Regionali (BOR) settennali per un importo di € 40 miliardi (pari a circa € 6 miliardi l’anno per 7 anni) e accedendo ai fondi europei per € 20 miliardi, sarà possibile reperire tutte le risorse necessarie, al fine di avviare un massiccio piano di investimenti infrastrutturali e strategici nei settori già menzionati, per cambiare il volto della Sicilia, assicurare servizi eccellenti ai Siciliani e ai residenti, e utili per rilanciare il turismo. Tali investimenti avrebbero la capacità di avviare al lavoro 200.000 nuovi occupati nella realizzazione delle opere pubbliche di vitale importanza per la Sicilia.
Un altro elemento di criticità è rappresentato dalla crisi della PMI. Sappiamo quanto importante sia il ruolo della Pmi nel tessuto produttivo di un territorio e quali difficoltà in questo momento essa stiano affrontando; difficoltà dovute principalmente alla CONTRAZIONE DELLA DOMANDA per insufficiente quantità di Moneta Circolante, al Crollo dei consumi e all’insostenibile pressione fiscale.   La crisi del SETTORE AGRO-ALIMENTARE e la crisi della Pmi possono trovare soluzione nell’applicazione dell’Art. 36 dello Statuto Autonomo, mediante l’introduzione di un sistema monetario regionale complementare all’Euro, chiamato Grano. La Regione Siciliana, attraverso una moneta elettronica, chiamata GranCard, accredita un contributo (Reddito Sociale) a 600.000 famiglie in stato di povertà assoluta e relativa, pari, mediamente, a euro 8.000 l’anno, mirato all’acquisto di generi alimentari e servizi prodotti in Sicilia. L’immissione di liquidità nel circuito economico regionale, pari a 4,8 miliardi di euro, avrebbe un ruolo altamente sociale eliminando in pratica le sacche di povertà presenti nell’Isola.
Inoltre, insieme agli effetti prodotti dagli investimenti infrastrutturali consistenti in un aumento della domanda interna, avrebbe la funzione di 1) aumentare la capacità di spesa dei cittadini con conseguente crescita dell’Offerta e rilancio delle PMI del settore agro-alimentare; 2) dare luogo al sorgere di nuove attività imprenditoriali nello stesso settore e in quello artigianale e 3) avviare al lavoro 250.000 nuovi occupati.   E’ da escludere un eventuale ipotetico rischio inflattivo in quanto il risultato che si otterrebbe in termini di occupazione, da 1 milione e 300 mila unità a 1 milione e 750 mila, corrisponde all’82 % della forza lavoro, valore al di sotto dell’84%, percentuale raggiunta prima della crisi del 2008.
Anche l’incremento del reddito medio delle famiglie, da 12.000 a 16.000 euro, non presuppone il rischio inflattivo, collocandosi il reddito, al di sotto della media nazionale di 18.000 euro. Inoltre, la realizzazione di una fiscalità di vantaggio ottenuta grazie all’art. 36 dello Statuto che, oltre a favorire le imprese esistenti, servirebbe anche ad attirare investimenti esogeni, darebbe un ulteriore apporto alla crescita economica con ripercussioni positive sui livelli occupazionali, ridando competitività alle PMI attraverso la riduzione della pressione fiscale, divenuta ormai insostenibile.
Il settore Turistico con il suo immenso patrimonio storico, culturale ed architettonico, insieme al settore Agro alimentare e Agro turistico , dovrebbero rappresentare la vocazione naturale dell’economia dell’Isola. Colmare il deficit di governance deve essere l’imperativo categorico e l’obiettivo da raggiungere deve corrispondere a trasformare la percentuale di incidenza sul PIL dal 4,4 al 30 %. Al raggiungimento di tale risultato concorre certamente l’attuazione del programma fin qui esposto, ma potrebbe sicuramente ottenere maggiore impulso dall’attuazione di politiche di trasporto aereo a prezzo politico, frutto di convenzioni con operatori turistici, compagnie aeree e altri soggetti interessati.

COPERTURA FINANZIARIA
Questa viene assicurata dalle maggiori entrate della Regione per € 8 miliardi l’anno derivante dal maggior gettito tributario determinato dai nuovi occupati, dal reddito delle imprese, dalla rendita finanziaria, dai maggiori consumi interni, dal risparmio per ammortizzatori sociali e dalla raccolta e conferimento in discarica dei rifiuti non differenziati. Le maggiori entrate consentiranno di sostenere il costo delle obbligazioni proposte ai cittadini siciliani rimborsando alla scadenza di sette anni il doppio del valore sottoscritto al momento dell’emissione, rimborsando il costo per il reddito sociale e, dopo aver sanato i conti regionali realizzando il pareggio di bilancio, sostenendo il costo per eliminare Irap e addizionali regionali e per rimodulare al ribasso le aliquote Irpef, Ires, Iva.

CONCLUSIONI
Il programma esposto prevede un incremento del PIL da 82 a 162 Miliardi in sette anni e un incremento degli occupati così ripartito:
–       INVESTIMENTI INFRASTRUTTURALI: 200.000 unità
–       SETTORE AGRO-ALIMENTARE: 225.000 unità.
–       SETTORE  AGRO-TURISTICO: 25.000 UNITA’

Per un totale di 450.000 nuovi posti di lavoro.

Siamo consapevoli che il tutto non può non prescindere dalla piena attuazione dello Statuto Autonomo e dalla creazione di una nuova classe dirigente costituita da persone competenti, di spiccata e comprovata onestà e serietà, dedite al servizio disinteressato e al raggiungimento del Bene Comune.

Salvo Fanara


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