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Carlo Calenda: il vero volto del nuovo ministro allo Sviluppo Economico

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La selezione renziana del personale non finisce di stupire. Dopo la sguattera del Guatemala al MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) abbiamo un signore laureato in giurisprudenza, uomo di parentele e amicizie importanti, entrato in politica con Montezemolo (qualcuno ricorda Italia Futura?) poi passato a Monti, indi a Letta e infine a Renzi.

Tralasciando ogni diatriba accademica sulle competenze industriali del neo-ministro, e ignorando per ora le posizioni pro-TTIP del sig. Calenda (pro-TTIP = anti-italiane) procediamo col metodo sperimentale e verifichiamo le sue singolari dichiarazioni rese a valle l’acquisizione di Italcementi (100 anni di storia) da parte della concorrente tedesca Heidelberg. Da L’Eco di Bergamo:

Italcementi

Molti infatti temevano che l’acquisto di Italcementi da parte del colosso tedesco puntasse unicamente a eliminare un concorrente, un concorrente oltretutto messo in forte difficoltà dalla crisi del settore edilizio italiano (vedere qui per le cause montiane della crisi del settore costruzioni).

 

Cosa è successo subito dopo l’acquisizione? Un veloce fact checking.

Calenda prospettava aumento di produzione, occupazione, profitti. Per i profitti non abbiamo dubbi. 

Quanto all’occupazione la Heidelberg Cement ha annunciato inizialmente 1.080 esuberi su 2.500 dipendenti in Italia, poi ridotti a circa 700 dopo il negoziato al MISE e molti lavoratori in CIG a spese nostre. Oltre un quarto dei dipendenti a casa. Un preclaro esempio di sviluppo e di crescita dell’azienda. E non lamentatevi è il “mercato”. Bravo Calenda!

Si conferma la regola: il win-win delle élite europee è il lose-lose dei lavoratori.


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