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“Buone notizie” la disoccupazione (ufficiale) è in calo, ma…

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Sembrerebbero buone notizie, la disoccupazione (dati Istat) scende dal 11,7% dell’ultimo trimestre 2014 al 11,5% dello stesso periodo del 2015 e all’ 11,9% nella media del 2015. Ma la cosa che lascia perplessa è che ad un calo della disoccupazione, (sempre entro i limiti del NAIRU ovvero quel tasso che non genera inflazione per non erodere competitività già distrutta dalla moneta rigida stimata ad una soglia dell’11%) vi è anche un aumento del numero dei senza lavoro, saliti a gennaio di quest’anno a 2.950.000.

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Ciò significa che il tasso ufficiale di disoccupazione ufficiale si basa esclusivamente sul numero di conversioni dai vecchi ai nuovi contratti e non sulla creazione di nuovi posti di lavoro.
Anche l’occupazione è aumentata ma le ore lavorate per dipendente sono in calo.
Ciò significa che la disoccupazione, ufficialmente cala grazie a:
1) Conversioni contratti dovuti al Jobs Act.
2) Maggiori lavori part time, quindi più persone lavorano ma meno ore e quindi salari più leggeri, quindi più competitivi nella logica della svalutazione interna non potendo flessibilizzare la moneta.
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3) Inattivi, anche se sono leggermente in calo su scala nazionale, ma se prendiamo in esame donne e meridione, il dato aumenta.
Costoro sono dei senza lavoro che non rientrano nel computo del calcolo ufficiale della disoccupazione.
Una cosa è sicura, che finchè non avremo un’inflazione di almeno del 2% ed un tasso di disoccupazione sotto il 10% di miglioramenti non ce ne saranno per l’economia reale anche se gli spread saranno bassi.

 


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