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BARCLAYS: LA GRECIA RISCHIA IL BLOCCO DEI DEPOSITI BANCARI (di Paolo Cardena’)

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Post da Vincitori e Vinti

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La Grecia come Cipro: lo spettro dei controlli bancari torna ad allungarsi su Atene. Secondo un rapporto di Barclays, la valutazione di vari elementi come la ripresa dei deflussi sui depositi bancari, i deludenti dati sulla finanza pubblica e gli scarsi progressi dei negoziati, «evidenziano un rischio crescente che possano essere attuati a breve controlli sui pagamenti». Dati alla mano, i deflussi sui depositi bancari vanno avanti con nuovi 10 mld di fughe di capitali a febbraio, dopo il record di 17 miliardi registrato a dicembre. Solo mercoledì sono stati prelevati o trasferiti con operazioni online 300 milioni, il livello più alto mai segnalato in un solo giorno dall’accordo del 20 febbraio tra Atene e l’Eurogruppo.
A pesare forse sono state proprio le incertezze sull’attuazione dell’accordo che condiziona il via libera all’ultima tranche di aiuti Ue da 7,2 miliardi all’attuazione di riforme dettagliate e non il piano ambiguo e lacunoso presentato dal ministro delle Finanze ellenico Yanis Varoufakis il mese scorso. E d’altra parte è di pochi giorni fa la dichiarazione del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem che ha ipotizzato per la Grecia dei controlli stile Cipro, che nel momento apicale della crisi aveva bloccato i depositi bancari e chiuso le sue banche per evitare emorragie di denaro, potenzialmente fatali per gli istituti.
«A causa della perdita di slancio dell’economia (e l’andamento delle finanze pubbliche) e il minimo progresso dei negoziati, riteniamo che il rischio di dover imporre restrizioni ai pagamento esterni e interni è aumentato significativamente», si legge nell’analisi di Barclays. Una strada che il governo potrebbe «prima o poi» imboccare, visto che se è vero che la Grecia rischia di «restare al verde entro la fine di questo mese, quando dovrà pagare stipendi e pensioni» senza misure si innescherebbe «una spirale autodistruttiva e nella fattispecie la corsa agli sportelli da parte dei correntisti». Eventuali annunci di controlli sui capitali, rilevano ancora glia nalisti della banca britannica inoltre potrebbero provocare « sui mercati una notevole volatilità a breve termine per poi stabilizzarsi».
Atteso anche su forte rialzo sui rendimenti dei titoli ellenici da 10 e 30 anni. Quanto al rischio che la situazione sfugga di mano e si arrivasse ad una Grexident, un  uscita dall’euro causale da parte della Grecia, «continuiamo a pensare che non vi siano gravi rischi di contagio per i paesi e le banche del resto dell’eurozona». E questo grazie a tutta la nuova impalcatura messa in piazza da Eurolandia e Bce dal 2007 ad oggi, dal fondo salva-stati, all’Unione bancaria, alle misure di stimolo della Bce, Qe in primis.
Allargando l’orizzonte allo stato dei negoziati tra Atene e l’Ue, la banca li giudica «insoddisfacenti». Il tutto a fronte di un deterioramento del bilancio di Atene. Le cifre ultime cifre pubblicate dalla Banca centrale ellenica parlando di un rosso della bilancia dei pagamenti di 684 mln a gennaio e febbraio, rispetto ai 139 mln di surplus registrati nello stesso periodo dello scorso anno. Inoltre, il ministero delle Finanze greco ha fatto sapere lunedì scorso che l’avanzo primario è pari allo 0,3% del pil, contro un obiettivo del 1,5% concordato con l’Ue. La strada dunque è in salita e l’unico modo per renderla meno faticosa è che il governo presenti un’agenda completa e chiara delle riforme necessarie per trovare un accordo con l’Ue al più presto e permettere l’esborso dei 7,2 mld necessari per ridare ossigeno alle casse statali e alle banche
Il governo greco ha sufficiente liquidità fino al prossimo 8 aprile. Lo riferisce il Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung, edizione domenicale del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, in base a calcoli interni della Commissione europea. Secondo il Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung, per la Commissione europea la situazione greca sarà «critica» a partire dal 9 aprile, quando Atene dovrà restituire al Fondo monetario internazionale 467 milioni di euro. (Fonte: Il Sole 24 Ore)

 

 

 


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