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Euro crisis

Le elites EU al massacro delle colonie europeriferiche: il caso Business Insider Italia, che ben spiega il rischio Mediaset diventata francese

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Business Insider è una rivista online fondata nel 2009 dal proprietario di Doubleclick, il programma per ottimizzare pubblicità durante la navigazione internet (…). In pratica doveva occuparsi di divulgare notizie trovate sul web, con attenzione particolare ai movimenti societari e della Tech Economy, connotandosi come una “news agency” diciamo alternativa. Oggi ha circa 70 milioni di visitatori, fa profitti (pochi, ma li fa) ed ha il suo principale bacino di utenza in inglese.

Almeno fino a qualche mese fa.

Dal settembre 2015 è stata acquistata per la quasi totalità dal gruppo tedesco Axel Spinger, la casa editrice tedesca famosa per i suoi collegamenti passati (?) con il servizio segreto germanico post seconda guerra mondiale (vedasi il caso della spia del BND/Servizi Segreti della Repubblica Federale Tedesca Horst Mahnkes, ex nazista che proveniva dalla redazione di Axel Springer Verlag [capo redattore della rivista Kristall], senza dimenticare che W. Schauble fu a capo delle spie tedesche del BND) oltre che per le testate che solo apparentemente sono scandalistiche (la Bild tedesca per esempio), ma che invece parlano alla pancia della gente indirizzandola, parlo della popolazione germanofona di ceto medio-basso. A questo si aggiunga la proprietà di testate primarie e mainstream come Die Welt, giornale della destra conservatrice tedesca.

Va per altro notato che in rete circolano ritagli di giornale che ritraggono il fondatore Axel Spinger in divisa nazionalsocialista (nazista), ma questo secondo chi scrive – vero o falso che sia – è comunque un aspetto secondario, nessuno che volesse ambire ad una qualsiasi posizione poteva sottrarsi ai tempi dal supportare il Terzo Reich.

In ultimo è interessante rilevare che il socio di minoranza di Business Insider è Jeff Bezos, fondatore di Amazon e grande supporter dei Clinton in USA, facente parte delle elites globali enormemente arricchite dalla politiche Obamiane, guarda caso – ironia della sorte – le stesse politiche che hanno favorito la rinascita tedesca in veste di comando continentale europeo.

Sta di fatto che dopo l’acquisto di Business Insider (di seguito anche “BIns”) nel 2015 la testata online si è aperta all’estero, ha addirittura inaugurato una filiale italiana in italiano che pubblica articoli sull’Italia. Mi ha colpito che tale testata, assieme all’Huffington Post, venga sempre presentata in primo piano sul sito online di Repubblica, di proprietà di un altro iper-Dem, Carlo Debenedetti, tessera n. 1 del PD (residente in Svizzera ed ormai con passaporto svizzero, quello che propugnava una patrimoniale da imporre agli italiani residenti per intenderci).

In particolare mi hanno incuriosito gli articoli di Business Insider, troppo spesso scandalosamente pro EU e pro euro. In particolare oggi ne ho letto uno che voglio citare, in quanto veramente sintomatico di quali siano gli interessi in gioco ed i relativi posizionamenti a difesa di specifiche parti:

Titolo:La Ue inchioda l’Italia: crescita ferma al palo, è la peggiore d’Europa.

E fin qui già sappiamo. Scorrendo notiamo: Pierre Moscovici, ribadisce che “l’Ue è sempre a fianco dell’Italia, in grassetto; bene, quasi una “excusatio non petita, accusatio manifesta” (…).

Leggendo bene l’articolo notiamo molta enfasi sull’insostenibilità della situazione economica italiana, quasi a “chiamare” interventi europei atti a raddrizzare la situazione. Della serie – sembrerebbe – viva la Troika in Italia…

Si enfatizzano invece i successi EU:

All’interno dell’Unione europea gli unici Paesi con un tasso di crescita in qualche modo paragonabile all’Italia sono la Finlandia e il Portogallo che l’anno prossimo cresceranno dell’1,5%: i nordici, però, sono per definizione il nuovo grande malato d’Europa con un’economia strozzata dalla ricerca dell’estrema austerity e un tessuto industriale che perde un pezzo dopo l’altro, a cominciare da Nokia; i lusitani, invece, stanno rialzando la testa dopo la pesante crisi degli ultimi anni con il Paese messo in sicurezza dall’intervento della troika. La cura lacrime e sangue, però, ha portato i suoi effetti: nel 2018, per la prima volta da anni, la disoccupazione scenderà sotto il 10% a quota 9,4% e il Pil per quanto ancora fragile è in crescita di oltre l’1% ormai stabilmente.

E si arriva a citare Mario Monti – di fatto elogiandolo, capita solo agli stranieri europei di farlo -:

In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex premier Mario Monti è arrivato a sostenere che i 19 miliardi di flessibilità ottenuti dal governo Renzi abbiano fatto più male che bene ai conti pubblici e all’economia perché stati usati per spesa corrente e bonus anziché per gli investimenti che avrebbero potuto rilanciare il Paese. Peggio: hanno fatto perdere credibilità all’Italia che da anni promette la riduzione del debito, mentre questo continua a crescere arrivando a restare stabilmente oltre il 133% del Pil. E come se non bastasse gli impegni non mantenuti mettono in difficoltà le colombe europee di fronte ai falchi.”

Or bene, che significa questa propaganda di matrice straniera che vuole convincerci che solo l’EU può salvarci?

Semplice, che esiste un piano. Mettiamola così, penso di non andarci troppo lontano: le elites tedesche, ricchissime, sono state durante gli ultimi 8 anni a fianco di Obama ottenendo in cambio enormi vantaggi in termini di comando dell’EU. E di distruzione degli alleati USA in Europa, principalmente UK ed Italia. Poi, appunto, c’è stato il Brexit, se non fosse successo Londra sarebbe stata sottomessa a termine a Berlino. E poi c’è stato Trump (…).

Jeff Bezos nell’azionariato di Business Insider non è casuale, sembrerebbe quasi l’anello di congiunzione tra interessi elitari europei ed americani: i primi interessi nobiliari storici, i secondi interessi in erba, tutti sotto il cappello di enormi patrimoni (i primi ereditati da generazioni, i secondi costruiti da imprenditori).

Ho fatto una copia-immagine della prima pagina di Business Insider oggi e vi ripropongo i titoli che vediamo sul sito, dai feroci e reiterati attacchi personali e politici all’odiatissimo Trump ad elogi per Soros (con articoli vecchi di due settimane, ndr), a nemmeno tanto velate critiche per la supposta e irrimediabile corruzione italica ecc. ecc. Tutto costruito per proiettare un’immagine ben precisa nella mente del lettore, fate voi (commento personale: se queste sono le alternative ai media mainstream stiamo freschi…).

Dunque oggi nell’EU (in una parte almeno, sempre più piccola) si fa quadrato in difesa della moneta unica (ossia degli interessi tedeschi) e Business Insider sembra diventare, nelle more di un progetto globalista contrario a quello che Trump rappresenta, uno strumento per rafforzare i punti cardine del progetto eurista che vorrebbe concentrare il potere nelle mani di pochissimi, siano essi paesi o persone. In breve, il progetto EU/euro sembra ormai diventato il simbolo del globalismo e quindi mantenerlo in vita significa dare speranza ai coloro che si fino a pochi mesi fa aggregavano attorno al duo Clinton-Obama, attorno alle elites mondiali e tedesche in particolare che vorrebbero cambiare per proprio interesse settario il paradigma di governo mondiale oggi ancora sotto il dominio USA (domani probabilmente sotto quello tedesco, almeno in Europa?).

Letta in altro modo, sembra sempre più chiaro e lampante detenere le informazioni significa potere e combattere le “fake news” significa soltanto eliminare il dissenso. A par mio, quasi esclusivamente per tale scopo oggi stanno nascendo pubblicazioni online solo apparentemente indipendenti ed suppostamente (falsamente?) innovative – stile Business Insider, nulla di illegale ben s’intende – che in realtà celano soprattutto nel modo in cui presentano le notizie le radici del progetto elitario che, nel caso italiano, vuole distruggere la residua autonomia e ricchezza dei singoli paesi per consegnarla ai vari dominus, nel nostro caso il dominus continentale tedesco su base EU (premetto: chi scrive non accetta tale epilogo).

Illusione? Follia? Complottismo?

Forse ci sono differenze di vedute tra Business Insider (sopra) e il Telegraph che cita l’FMI nella gestione della crisi greca?

Vedremo, ma immaginate cosa succederebbe se Mediaset con le sue TV andasse in mani straniere (francesi), immaginate la manipolazione informativa pro EU – che in realtà è propaganda a sfavore del benessere italico e della sua indipendenza (oltre che della sua eccessiva vicinanza, secondo alcuni, a Washington) -. E, notate bene, tutto questo senza dirvi che invece finirete come la Grecia (tasse, privatizzazioni ed espropri), tale verità non emergerà mai dai media cooptati (anche l’FMI ha ammesso l’errore), come non emerge ad esempio nell’apologetico articolo rispetto all’EU da cui ho estratto alcune sezioni, sopra.

Per intanto mi preme darvi una chiave di lettura che non sia quella che leggete su tutti gli organi di stampa mainstream.

A voi il libero arbitrio e dunque il giudizio finale.

Jetlag per Mitt Dolcino


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