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Austerità ed isteresi – Paul Krugman

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Larry Ball ha scritto un importante documento sostenendo, su basi consistenti, un punto molto preoccupante: se si crede alle stime ufficiali della produzione potenziale, la Grande Recessione e le sue conseguenze hanno fatto dei danni incredibili, non solo sulla produzione e l’occupazione di breve periodo, ma anche in prospettiva di lungo periodo.

Questa la mia risposta in versione breve. Se si guarda al PIL aggregato dei “paesi avanzati” del FMI, è cresciuto del 18 per cento dal 2000 al 2007 – e nel 2007 si era previsto che continuasse a crescere, più o meno allo stesso ritmo. In realtà, il PIL dei paesi avanzati rischia di essere solo del 6 per cento più alto nel 2014 rispetto al 2007, del 10 per cento sotto la tendenza. Ed anche le stime ufficiali del ristagno economico rilevano un dato molto più basso del 10% – le stime del FMI parlano di un misero 2,2%. Così i numeri sembrano implicare che la crisi ha causato qualcosa come un urto per un 8% del potenziale economico in tutto il mondo avanzato, che è enorme.

Una possibilità è che i numeri sul gap produttivo siano sbagliati; in realtà stiamo avendo un periodo molto difficile nell’interpretare quanto ristagno economico ci sia. Un’altra possibilità è che questa sia solo una coincidenza e che la crescita di fondo ha rallentato allo stesso tempo con l’arrivo della crisi. Ma se si guarda ai numeri seriamente, questi sembrano indicare che l’isteresi – gli shock a breve termine quasi permanenti danneggiano il potenziale dell’economia – è un problema molto grosso.

Supponiamo in particolare di guardare alla correlazione tra le politiche di austerità e il declino della produzione potenziale. Nel grafico sotto ho utilizzato le stime del FMI sulla variazione dei deficit strutturali in percentuale del PIL potenziale tra il 2009 ed il 2013 [ascisse n.d.t.], con le stime di Ball sul declino potenziale della produzione nel 2013 relativamente alle aspettative precedenti la crisi [ordinate n.d.t.].

Grafico Krugmam isteresi

Questo suggerisce che una austerità pari all’uno per cento del PIL, riduce la produzione potenziale circa dell’uno per cento. Questo è molto – ed è abbastanza facile che faccia dell’austerità una politica enormemente autolesionista anche in termini puramente fiscali.

Ci sono vari modi per tentare di uscire da questa correlazione. Ma sembra, comunque, come se la politica economica fosse stata ancora più distruttiva di quanto pensassimo.

Traduzione a cura di Luca Pezzotta di Economia Per I Cittadini


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