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AFFINCHE’ IL 27 A BERLINO E IL 28 A BRUXELLES NON SIA IL SOLITO VERTICE DI CAMERIERI AL SERVIZIO DELLA MERKEL

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Il Regno Unito si è espresso potendosi ancora avvalere di strumenti democratici sconosciuti in altri paesi, ad iniziare dal nostro, dove i cittadini sono considerati ancora dei sudditi rozzi e ignoranti incapaci di autodeterminarsi nella suprema convinzione prevaricatice che solo certe élite possono arrogare a se le sorti per il “bene” della nazione. Concetto aberrante che ci riporta indietro di secoli e secoli e spazza via in un sol colpo la più grande conquista dell’uomo moderno: l’attribuzione che la Sovranità appartiene al popolo!

In ogni caso il contraccolpo per le “istituzioni europee” e per lo stesso concetto di “questa” Europa è stato fortissimo, forse molto più di quanto si possa credere od intuire perché è caduto il tabù che si può uscire e che pertanto in Europa nulla è irreversibile specialmente se è il popolo nel deciderlo.

E ora si corre ai ripari: se la stampa attribuisce molto spazio alla petizione promossa online per il “remain”, dove possono votare anche 10.000 volte cittadini della Paupasia o della Nigeria senza alcun controllo, dalle parti di Bruxelles e di Berlino invece iniziano ad avere veramente paura.

Perciò i due “garzonHollande e Renzi si sono affrettati già sabato all’Eliseo nel concordare la stessa particina da recitare lunedì alla Merkel a Berlino e il giorno dopo a Bruxelles, nel disperato tentativo di attenuare gli effetti dello tzunami #Brexit che rischia di travolgere tutta la “carrozzone” messo in piedi dalla UE.

Ma la partita sarà difficilissima: con il falco Schaeuble, nelle vesti del becero di chi vuole dare una “lezione” esemplare agli inglesi per far capire a tutti gli altri altri rimasti che non conviene cavalcare l’onda della protesta verso emulazioni di uscita pena rappresaglie in stile “Via Rasella”, e le ripercussioni negative sui mercati finanziari che potrebbero mettere ulteriormente in ginocchio (Italia per prima) la già fragile situazione economica europea. Il tutto condito dalle preoccupazioni degli stessi Renzi, Hollande e Merkel chiamati nel prossimo futuro a scadenze elettorali importantissime come il nostrano referendum costituzionale, le presidenziali in Francia e le politiche in Germania.

Insomma vietato sbagliare perché ormai sentono il fiato sul collo per aver condotto politiche economiche ed indirizzi comunitari completamente distanti dalla reale situazione e soprattutto lontane anni luce dalle effettive esigenze ed aspettative dei cittadini comunitari.

Per evitare che anche l’incontro di Berlino di lunedì 27 giugno e il successivo del giorno dopo a Bruxelles si risolvano nei soliti Summit a cui siamo abituati da decenni in cui i “camerieri” dei paesi-sudditi vanno a prendere ordini dalla Kaiser Angela con il cappello in mano e a giuragli fedeltà assoluta, è necessario che, prima delle rituali foto sorridenti e pacche sulle spalle, siano presi questi provvedimenti con effetti immediati:

  • Rilancio dell’occupazione con particolare riguardo a quella giovanile anche utilizzando strumenti tecnici eccezionali e non convenzionali come il QE-People e “assegno di cittadinanza”;
  • Possibilità agli Stati di poter effettuare forti investimenti pubblici anche in deroga al principio del divieto di aiuti di Stato e ai vincoli di bilancio;
  • Stralcio della normativa del bail-in e consentire ai rispettivi Stati membri di mettere in “sicurezza” il proprio sistema bancario secondo le proprie esigenze;
  • Moratoria “sine die” del Trattato sulla Stabilità (Fiscal Compact);
  • Stralciare moltissime normative relative alla regolamentazione nell’agro-alimentare anacronistiche e punitive;
  • Concedere il via politico alla BCE e alle rispettive banche centrali nazionali, in quanto sono e rimangono istituzioni indipendenti, di poter intervenire direttamente sul mercato primario dei titoli di Stato, nel caso l’eccezionalità delle situazioni determinate dalla Brexit lo rendessero necessario, al fine di contenere gli spread tra titoli omologhi all’interno dell’area euro.

Se i “leader” saranno capaci di avere la forza di prendere senza esitazioni questi provvedimenti da subito, forse l’effetto del Brexit sarà attenuato e le popolazioni dell’Europa avranno finalmente qualcosa di concreto e proficuo a loro vantaggio invece della solita cecità, arroganza e interessi di bottega con cui gli euroburocrati ci hanno abituato da tempo celandosi dietro la scusa che agiscono su indicazione condivisa equamente dai governi degli ormai 27 stati membri.

Se si insisterà invece con “il più Europa”, come avanzato da molti europeisti ad oltranza ormai divenuti una vera e propria setta di professione, aspettiamoci nel breve all’implosione definitiva della stessa Europa a meno che non venga instaurata definitivamente una dittatura con la sospensione definitiva di qualsiasi garanzia prevista dalla democrazia e dal buon senso.

Insomma tanto avranno più la capacita di “SGERMANIZZARSI” dall’egoismo teutonico e dalla fobia dei loro sacri e inviloabili dogmi tanto più riusciranno a salvare il salvabile in una transatlantico che ormai fa acqua da tutte le parti e che è destinato ad affondare. Se discuteranno invece solamente di come dovrà essere applicato l’art.50 del TFUE (Lisbona) sulla tecnicalità del  recesso dall’Unione del Regno Unito, assisteremo al solito fallimento ma questa volta in un “bagno di sangue“.

Speriamo che abbiano il buon senso di concedere a tutti di avere il tempo di gettare le scialuppe e di non perire insieme agli euro-Filistei!   

Antonio M. Rinaldi

 

 


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