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TE LO DO IO IL BREXIT (di Nino Galloni)

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Questa mattina le borse stanno andando benissimo: contente della Brexit? Contente che Cameron vuole allungare il brodo a tempo indeterminato? La maggiore incertezza fa così bene ai mercati finanziari? Fra qualche ora o domani cambierà la tendenza?

Allora: gli speculatori al ribasso, sempre pronti, come é stato chiaro l’orientamento elettorale prevalente, hanno comprato grandi volumi di azioni rivendendoli subito ed impegnandosi a pagarli dopo due tre giorni al valore corrente: così hanno guadagnato duemila miliardi in pochi giorni. Persi dai risparmiatori comuni.
La Gran Bretagna resterà nel mercato comune ma senza sottostare alle normative dell’Unione…che fretta deve avere a formalizzare la cosa al Consiglio d’Europa?

I 27 Paesi che rimangono sotto lo schiaffo della Germania sono divisi tra gli strutturalmente antirussi e quelli come l’Italia che dovrebbero vedere in un abbassamento del baricentro europeo verso il Mediterraneo – col conseguente avvicinamento russo americano –  l’unica prospettiva di sviluppo e cambiamento. Quindi o la Germania tradisce i suoi organici alleati nord ed est europei o dovrà cedere flessibilità finanziaria per mantenere la alleanza con i Latini.

Se si chiedesse la fine delle sanzioni alla Russia tutto si aggiusterebbe ma le Repubbliche Baltiche e la stessa Ucraina griderebbero al tradimento; ai governi italiano francese spagnolo greco e portoghese non resta che piegare la testa in cambio di allentamenti della stretta della Commissione oppure alzare la testa e proporre il nuovo corso filomediterraneo.

In ballo quindi non c’è l’uscita dall’Europa o dall’euro ma scelte geopolitiche che come conseguenza potrebbero comportare la crisi finale, lo scacco matto di questa Europa, di questo euro.

In ballo c’è il passaggio ad un nuovo modello economico che parta dalla risposta alle richieste della società – che sono sempre meno materiali e sempre più immateriali – col lavoro, il lavoro produttivo di tutti, oggi bloccato dalle regole di bilancio. 

Ci occorre una nuova economia, dove sia possibile che il valore delle risorse coinvolte superi quello della  moneta di scambio trasformata in denaro spendibile.

I capitalismi ci hanno portato fuori dalla scarsità e ora non sono più adeguati alla prosecuzione di un percorso che deve consentire una inclusione sociale il più possibile completa.


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